Nella tradizione dello Yoga il mantra OM è il più sacro e rappresentativo dei suoni recitati. E’ considerato dalle antiche scritture e dai Maestri di meditazione il suono primo che ha dato origine alla creazione. Una vibrazione primordiale indifferenziata che conduce al Brahman, a Dio, all’origine di ogni cosa esistita, presente e futura.

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Deriva dall’originale mantra induista AUM, dove la “A” rappresenta lo stato della coscienza di veglia, la “U” lo stato della coscienza di sogno, la “M” lo stato della coscienza del sonno. La parola OM è il quarto stato, quello della coscienza suprema. Esso proietta nella dimensione del silenzio, dell’ascolto, della ritrovata armonia.

Il Mandukya Upanishad (400 – 200 a.C.) è il testo delle antiche scritture sanscrite che parla della AUM in 12 versetti, esponendo con ricchezza di dettaglio, quanto il suo stato latente racchiuda in se tutte le potenzialità.

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Il bija mantra OM recitato ad alta voce (vacika japa) coinvolge l’atto respiratorio ed  è in grado di modulare un certo tipo di “fisiologia della respirazione”. La sua vibrazione vocale produce zone di risonanza nella gabbia toracica e nel cranio, interessando i livelli emozionali ed intuitivi della personalità. La recita mentale (manasika japa) diviene anche strumento di interiorizzazione e di purificazione. OM armonizza il corpo con l’inconscio ristrutturando una personalità frammentata.

La OM è la migliore espressione per inviare e ricevere un saluto.

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OM. Questo mondo eterno è tutto: ciò che era, ciò che è e ciò che sarà, e ciò che è al di là nell’eternità. Tutto è OM.
Il Brahman è tutto e l’Atman è Brahman. L’Atman, il Sé, ha quattro stati o condizioni. Il primo è la vita nello stato di veglia della coscienza che si muove verso l’esterno, che gode dei sette elementi grossolani esteriori.
Il secondo è la vita nello stato di sogno della coscienza che si muove all’interno, godendo dei sette elementi sottili interiori nella sua stessa luce e solitudine.
Il terzo è la vita nello stato di sonno della coscienza silenziosa dove la persona non ha desideri né sogni. Questa condizione di sonno profondo è quella di unità, un ammasso di coscienza silenziosa fatta di pace e che gode della pace.
Questa coscienza silenziosa è onnipotente, onnisciente, il sovrano interiore, la sorgente di tutto, l’inizio e la fine di tutti gli esseri.
Il quarto stato è quello dell’Atman nel suo stato più puro: la vita risvegliata della coscienza suprema. Non è né coscienza esteriore né coscienza interiore, né semi-coscienza, né coscienza di sonno, né coscienza e neppure incoscienza. E’ l’Atman, lo stesso Spirito, che non può esser visto o toccato, che è al di sopra di ogni distinzione, al di là del pensiero e ineffabile. L’unione con lui è la prova suprema della sua realtà. E’ la fine dell’evoluzione e della non-dualità. E’ pace e amore.
Questo Atman è la Parola eterna OM. E’ composto da tre suoni: A, U, e M, che sono i primi tre stati di coscienza, e questi tre stati sono i tre suoni.
Il primo suono, A, è il primo stato, della coscienza di veglia, comune a tutti gli uomini. Lo si trova nelle parole Apti, ‘conseguire’, e Adimatvam, ‘esser primo’. Colui che conosce questo ottiene in verità la realizzazione di tutti i suoi desideri, e primeggia in tutte le cose.
Il secondo suono, U, è il secondo stato, della coscienza del sogno. Lo si ritrova nelle parole Utkarsha, ‘che si eleva’, e Ubhayatvam, ‘entrambi’. Colui che conosce questo accresce la tradizione della conoscenza e ottiene equilibrio. Nella sua famiglia non nascerà mai qualcuno che non conosca il Brahman.
Il terzo suono, M, è il terzo stato, della coscienza del sonno. Lo si ritrova nelle parole Miti, ‘misura’, e nella radice Mi, ‘finire’, che dà luogo ad Apiti, ‘il fine ultimo’. Colui che conosce questo misura tutto con la mente e ottiene il Fine ultimo.
La parola OM come suono unico è il quarto stato della coscienza suprema. E’ al di là dei sensi ed è la fine dell’evoluzione. E’ non dualità e amore. Va con il suo sé verso il supremo Sé colui che conosce questo.

( Mandukya Upanishad;  700 – 300 a.C. )